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giovedì 5 maggio 2016

I gruppi rom nel Salento. Alcune note sui processi di interazione ed esclusione sul territorio

Antonio Ciniero



(Archivio "Gitanistan"- Claudio Cavallo Giagnotti)


pubblicato in osservazione
Introduzione
Presenze rom in Puglia e nel Salento nel tempo

La Puglia, e la penisola salentina in particolare, sono da sempre via di transito e punto di approdo tra oriente e occidente. Dai tempi più remoti fino all’oggi, genti molto diverse si sono avvicendate e hanno continuato a intrecciare i propri destini e le proprie storie su questo lembo di terra periferico e allungato nel Mediterraneo. Fra i tanti innumerevoli approdi, perduto dalla memoria popolare, quello, storico, di persone appartenenti alla popolazione romanì, una presenza che nei secoli è entrata a far parte di una storia e di un patrimonio culturale ed economico comune.
Nel Salento, le prime presenze rom si registrano ufficialmente a partire dal XVI secolo, anche se molto probabilmente, come ricorda Piasere (1988), alcuni gruppi vi giunsero già tra il XIV e il XV secolo, durante la prima avanzata dell’esercito ottomano verso l’Europa continentale, quando approdavano sulle coste che le cartine del tempo definivano appartenenti alla provincia di Terra d’Otranto. Tracce di interazioni con il territorio di persone di origini rom in Puglia, giunte con gruppi slavi e greco-albanesi provenienti dai Balcani, sono databili già con sicurezza nella seconda metà del Cinquecento e sono rintracciabili nella numerazione dei fuochi del 1574 dei centri minori del Salento. A Galatone, un feudo distante circa 30 km da Lecce, furono contati in quell’occasione “5 zingari” tra i fuochi straordinari presenti.[1] Anche se sicuramente numerosi furono gli spostamenti e le interazioni con gruppi rom presenti in altri feudi centro-meridionali della penisola (come quelli della Basilicata), è possibile far risalire a questo periodo la presenza di famiglie rom in diverse zone della regione, oltre che nella provincia di Lecce, anche nel tarantino, nel brindisino e nel foggiano, dove ancora vivono molti loro discendenti.